Tra i capolavori iimateriali selezionati dall'UNESCO compare per l'Italia il Canto a tenore dei pastori del centro della Sardegna, in Barbagia. È questo il terzo bene intangibile italiano tutelato dall'UNESCO, dopo l'Opera dei pupi e la Dieta Mediterranea. Il fine dell'UNESCO è far conoscere al mondo e tutelare l'enorme patrimonio della cultura popolare di tradizione orale, come la musica e le danze, forme rituali e mitologiche, e l'universo di conoscenze legate alle credenze tradizionali, così come gli spazi culturali stessi. Questo patrimonio, collezione della diversità umana, e fondamentale nel processo di costruzione dell’identità delle comunità e dei popoli, risulta, proprio perché orale, facilmente vulnerabile. La proclamazione dell’UNESCO appare pertanto non solo opportuna ma quasi provvidenziale per la salvaguardia del canto a tenore che a partire dagli anni sessanta rischiava l’estinzione. Era giudicato subalterno e anacronistico rispetto alla cultura dominante e etichettato come folklore. Questo canto si è tramandato in Sardegna attraverso i secoli: la prima testimonianza è stata ritrovata in una zona nuragica della Barbagia e risale al VII secolo a.C.. Si tratta di un bronzetto che raffigura un cantore con una mano appoggiata sul mento e l'altra sull'orecchio con due dita che piegano la cartilagine, nella tipica postura dei tenores. La voce primordiale dell'isola negli ultimi anni ha ricevuto tantissimi riconoscimenti internazionali e da personalità quali Frank Zappa a Peter Gabriel.
Tra i capolavori iimateriali selezionati dall'UNESCO compare per l'Italia il Canto a tenore dei pastori del centro della Sardegna, in Barbagia. È questo il terzo bene intangibile italiano tutelato dall'UNESCO, dopo l'Opera dei pupi e la Dieta Mediterranea. Il fine dell'UNESCO è far conoscere al mondo e tutelare l'enorme patrimonio della cultura popolare di tradizione orale, come la musica e le danze, forme rituali e mitologiche, e l'universo di conoscenze legate alle credenze tradizionali, così come gli spazi culturali stessi. Questo patrimonio, collezione della diversità umana, e fondamentale nel processo di costruzione dell’identità delle comunità e dei popoli, risulta, proprio perché orale, facilmente vulnerabile. La proclamazione dell’UNESCO appare pertanto non solo opportuna ma quasi provvidenziale per la salvaguardia del canto a tenore che a partire dagli anni sessanta rischiava l’estinzione. Era giudicato subalterno e anacronistico rispetto alla cultura dominante e etichettato come folklore. Questo canto si è tramandato in Sardegna attraverso i secoli: la prima testimonianza è stata ritrovata in una zona nuragica della Barbagia e risale al VII secolo a.C.. Si tratta di un bronzetto che raffigura un cantore con una mano appoggiata sul mento e l'altra sull'orecchio con due dita che piegano la cartilagine, nella tipica postura dei tenores. La voce primordiale dell'isola negli ultimi anni ha ricevuto tantissimi riconoscimenti internazionali e da personalità quali Frank Zappa a Peter Gabriel.
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